140 caratteri sono pochi
- 03
- 04
- 2013
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…ma Twitter è una scuola fantastica
Twitter insegna con i suoi 140 caratteri che si può comunicare, e comunicare bene, anche con poche parole.
Di più: questo modo di ragionare, anzi di “pensare in 140 caratteri” si rivela essere una capacità fondamentale per chi scrive. La capacità di condensare in poche, significative parole un’infinità di contenuti. Affascinante.
Utile. Scrivere il più classico dei comunicati stampa non prescinde dalla capacità di catturare l’attenzione del lettore. In primo luogo, del lettore giornalista. Essenziale quindi saper sintetizzare in poche righe, generalmente titolo, sommario e occhiello, l’essenza dell’articolo che sarà approfondito e dettagliato nel seguito del comunicato, a uso e consumo dei pochi fortunati che hanno più di 30 secondi a disposizione per leggerne il contenuto. Invidio i copywriter che, con la loro padronanza e agilità nell’uso della parola, sanno forgiare “sigilli” formidabili.
Una notizia ben titolata e ben strutturata ha molte più possibilità di essere pubblicata – e letta.
Esercizio: come si sarebbe potuto sintetizzare questo breve articolo su Twitter?
Risposta: @Bludichina1 #140caratterisonopochi
Patrizia Kopsch
Author of this article
Consulente di comunicazione, formatrice sui temi della comunicazione digitale e dei social media con un passato da giornalista e caporedattore centrale in una rivista periodica mensile. Una smisurata passione per i contenuti e la comunicazione, un amore viscerale per la scrittura e le notizie sono stati riversati in questo sito e in ogni aspetto professionale, in ogni corso, testo prodotto e condiviso.